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Foibe il Giorno del Ricordo

Josip Broz Tito
il maresciallo Tito in "Foibe il Giorno del Ricordo"

Il 10 febbraio  è  la giornata della commemorazione delle Foibe “il Giorno del Ricordo” istituito nel 2004.

Nel 1941 l’Italia partecipò, unitamente all’Asse, all’attacco e conquista,  della Jugoslavia. Iniziata l’occupazione di italo-tedesca, il territorio viene diviso agli invasori. All’Italia fu assegnata parte della Slovenia, parte della Croazia  ( annessa alla provincia di Fiume ) e parte della Dalmazia. Il resto della Croazia diventa stato autonomo sotto il regime Ustascia. Nella provincia di Fiume e in Dalmazia, inizia “l’italianizzazione” imposta con le armi con la forza e con l’autorità, alle popolazioni locali. Parallelamente si solleva un clima di opposizione e di contestazione agli italiani: in tutto il paese cova la resistenza agli invasori.

 Da entrambi i lati ciò portò l’avvio di una serie di feroci crimini di guerra.  Quasi sempre, la repressione italiana fu feroce, cruenta, contro le popolazioni locali, anche inermi,  per cui crebbe il risentimento. Forte  astio  e desiderio di vendetta, verso gli invasori italiani, si diffuse nella popolazione. Parallelamente,  la repressione del Regio Esercito Italiano, perpetrava  fucilazioni di massa ed incendi mirati al punto che fu considerato, per nomea, peggiore dei tedeschi.

La repressione, di ogni rivolta locale, prevedeva altresì la deportazione di numerosi civili in campi di concentramento ( ad esempio gli sloveni ad Arbe ) confische,  massacri, sequestri e rappresaglie. 

Nel  1942, gli italiani fucilarono nel villaggio di Podhum (Fiume) tutti i maschi tra i  16 e 64 anni:  91 vittime, fu una strage.

 Il  resto fu deportato nei campi e il villaggio bruciato.

Non  bisogna dimenticare la pulizia etnica contro serbi, zingari ed ebrei che nello stato indipendente  di Croazia fece il regime Ustascia!  La situazione era degenerata da ambo le parti, al punto che, anche  contro il regime, oltre che contro gli occupanti italo-tedeschi, si sollevarono i partigiani di Tito appoggiati dall’Unione Sovietica.

Nel 1943 il regime fascista cade.

Il Regio Esercito collassa,  i tedeschi cercano di mantenere il controllo ma  l’esercito comunista di  Tito; che in Croazia aveva preso il potere sollevando le masse contro il regime oppressore degli “Ustascia”; avanza.

Le  zone rimaste sguarnite  vengono conquistate dai partigiani Tito. Iniziano, attraverso comitati di liberazione, una serie di efferate vendette contro gli italiani. Molte sono le condanne a morte, e non solo contro militari del Regio Esercito e rappresentati fascisti;  ma anche verso i civili. Tito e i suoi partigiani si vendicano contro i fascisti italiani che durante la dominazione avevano amministrato con durezza osteggiando le popolazioni locali.

 Il clima di risentimento ed odio che aveva mosso i partigiani contro il dominio degli oppressori si manifesta in modo sommario e cruento.

Con il crollo del regime fascista gli italiani vengono considerati nemici del popolo  e il desiderio di vendetta li tortura e li getta nelle foibe.

Con il crollo del Terzo reich nulla ferma più gli uomini di Tito che aspirano ad espandersi anche in territorio italiano ( nel 1945 occupò l’Istria e puntò verso Venezia)  l’arrivo degli alleati  fermò l’avanzata di Tito, che vedendosi sopraffatto, diede origine a feroci esecuzioni contro gli italiani rimasti inermi.

La  maggior parte delle vittime  vennero gettate nelle foibe istriane o nelle miniere.

Fu la propaganda fascista, della Repubblica di Salò,  a denunciare l’eccidio dando enfasi e risalto alla notizia dei ritrovamenti.  Al punto che lo scalpore creato spinse le allora sinistre ad assumere un atteggiamento negazionista. Il regime di Tito continuò gli eccidi fino al 1945, quando a seguito della liberazione tedesca, i partigiani  ripresero i territori di Gorizia, Trieste, Pola e Fiume. Il partito comunista jugoslavo di Tito,  scaraventava gli Italiani nelle foibe, ancora vivi.

Migliaia di persone,  non solo funzionari fascisti,  ma anche civili inermi furono massacrate altre migliaia furono costrette a fuggire.

Tra i mesi di maggio e giugno del 1945 migliaia di italiani furono costretti ad abbandonare i territori dell’Istria di Fiume e della Dalmazia.

Al termine della guerra, la questione Italia-Jugoslavia rimaneva sospesa. Occorreva decidere a chi assegnare i territori fino ad allora contesi. Da un lato l’Unione sovietica favorevole ai comunisti di Tito, dall’altra gli Stati Uniti  favorevoli all’Italia. 

Conferenza di pace di Parigi nel 1947

Il 10 febbraio 1947, venne adottata la via di mezzo, suggerita dalla Francia, lasciando inalterata la situazione sul campo, che di fatto assegnava i territori ad est ( da Zara alla Dalmazia, da Fiume all’Istria e parte di Gorizia) ovvero molte città e borghi a maggioranza italiana, nelle mani di Tito. Inizia l’esodo forzato di migliaia di italiani che dovettero lasciare ogni loro avere e trovare una nuova patria. La sinistra Italiana minimizzò l’accaduto negando la diaspora per cui, da un lato, vi erano gli uomini di Tito che massacravano gli italiani e dall’altro vi era un governo post-bellico, soprattutto di estrema sinistra, in Italia, che si rifiutava di accogliere gli esuli, negando le vicende delle foibe e minimizzando una situazione tragica.

Per sessant’anni la vicenda è rimasta nell’obblio, fino al 2004 quando viene istituito “il Giorno del Ricordo”. La commemorazione delle Foibe, “il Giorno del Ricordo” per non dimenticare.

Per decenni tutto è stato minimizzato e dimenticato e tutt’oggi pochi conoscono la realtà delle cose, la storia delle Foibe e del Giorno del Ricordo. Non si può più tacere ma nello stesso tempo si preferisce non parlarne se non nel giorno del Ricordo.

4 commenti su “Foibe il Giorno del Ricordo”

  1. caro oliver le guerre sono brutte da ogni lato le si guardi, sia dei vinti che dei vincitori portano un sacco di lutti e distruzioni. Le zone della dalnazia anticamente venezia-giulia facevano parte della repubblica di venezia sin dall’ 1100 quindi Italiane , purtroppo dato che l’ italia è uscita dalla seconda guerra mondiale come “perdente” per un gioco di potere abbiamo perso molte terre tra cui la venezia-giulia , le colonie d’ africa e l’ albania ( e per un soffio abbiamo mantenuto Trieste). Io penso che l’ uomo deve sperare sempre nella pace anche se è un utopia perchè nell’ universo la civiltà umana è un fulgore che dura un istante.

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