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caffè, caffé o caffe’?

tazzina di caffè

chicchi di caffè

caffè, tè, karatè, bebè, Noè, hanno l’accento grave, dall’alto verso il basso: la “è” si pronuncia aperta.

Questo, però,  poco importa alla stragrande maggioranza delle persone che bevono il caffè!

Il nome deriva dall’arabo Kahve e significa “ bevanda eccitante”. La pianta è del genere “Coffea” dai cui semi torrefatti si ricava la nota bevanda aromatica, per infuso.

Quello più caro; coltivato in Indonesia; può arrivare a 700 euro al kg;  è quello espulso, evacuato, dal ” Kopi Luwak”, uno zibetto: un animaletto notturno, che si aggira circospetto tra le piantagioni, magia le bacche più mature, ed espelle con le feci i semi indigesti: il prezioso caffè.

Indispensabile nelle nostre giornate, insostituibile, al mattino, appena svegli, il caffè è un attimo di piacere.

Un’abitudine radicata ormai nella nostra cultura. È la bevanda più conosciuta e consumata al mondo. Sembra abbia avuto origine in Yemen, intorno all’anno 1000, allorquando alcuni allevatori, notando che le bacche ingerite provocavano eccitazione nelle pecore: decisero di provarle.

Esistono almeno 60 specie di caffè, ma solo 4/5 sono utilizzate per produrre le miscele che beviamo abitualmente. 

pianta del caffè

il caffè lo beviamo perché ci gratifica.

Da punto di vista chimico, la bevanda, contiene molte sostanze: acqua, proteine, carboidrati, cenere, caffeina, minerali e vitamine, due aminoacidi ( metionina ed asparagina); fibre alimentari oli vegetali; una serie di acidi ( citrico, glutammico, linoleico aspartico clorogenico, glutammico etc.)

Solo 9 Kcal ogni 100 gr. Circa 2/3 Kcal a tazzina ( non zuccherato).

Tra le sostanze contenute la più importante è certamente la caffeina. È una droga alcaloidea;  una sostanza psicostimolante, ma a differenza delle altre sostanze psicostimolanti ( es. anfetamine) non produce assuefazione; ovvero il bisogno di aumentare sempre più la dose assunta.  300 mg di caffeina è il limite giornaliero che non si dovrebbe superare.

È ricco di antiossidanti, più del thè  del vino o di frutta e verdura. È uno stimolante del sistema nervoso centrale: riduce l’affaticamento, aumenta la vigilanza; diminuendo i tempi di reazione; ha una funzione analgesica e favorisce l’effetto di alcuni farmaci come aspirina, paracetamolo, antinfiammatori. Ha effetto stimolante per la digestione; tonico a livello cardiaco e cerebrale; lipolitico: favorisce il consumo del tessuto adiposo. ha effetto anoressizzante: diminuisce l’appetito. Aumenta la concentrazione, stimola i succhi gastrici e la  bile del fegato, favorisce la respirazione,  riduce la diuresi, antidepressivo, combatte i radicali liberi. Diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari, protegge il fegato. Aumenta l’adrenalina. Nel cervello la caffeina blocca il noto neurotrasmettitore, inibitore, adenosina, di conseguenza aumenta gli altri neurotrasmettitori come norepinefrina e dopamina. Migliora le funzioni cerebrali: i tempi di reazione, la memoria, la funzione cognitiva, l’umore.

Naturalmente il caffè non è alternativo  al sonno.

La bevanda non può sostituire né attenuare gli effetti delle ore di sonno perse. La stanchezza fisica e psichica, oltre un certo limite, non può essere annullata dal caffè.

Diversi studi sembrano orientati ad affermare che il consumo abituale di caffeina proteggerebbe dalla malattia di Parkinson.

 Essendo una sostanza psicoattiva, può aumentare la pressione sanguigna. Aiuterebbe il controllo del colesterolo, in alcuni casi e fino ad un certo punto, ostacolerebbe l’insorgere del diabete di tipo 2. Ridurrebbe la sensibilità dei tessuti in rapporto all’insulina, quindi l’accumulo di glucosio nei muscoli ( glicogeno). Studi dimostrerebbero la diminuzione di rischio oncologico per chi consuma abitualmente caffè.

Detto così sembra una panacea.

Ci sono anche aspetti negativi.

Vi sono alcuni studi che proverebbero che l’abuso quotidiano di caffè può generare una dipendenza detta “caffeinismo”. Esso genera i relativi disturbi da intossicazione quali irritabilità, agitazione, insonnia, crampi muscolari, palpitazioni cardiache, sensazioni di freddo alternate a vampate di calore.

Deve essere evitato dalle donne in fase di gravidanza ( il caffè è in grado di oltrepassare la placenta).

In  definitiva il consumo moderato di caffè: due tazzine al giorno ( massimo quattro) in soggetti privi di particolari patologie per le quali è controindicato, apporta molteplici benefici.

Attenzione ! molti dei quali vengono annullati dall’aggiunta dello zucchero.

Se poi se ne abusa allora i benefici sono soppiantati da alcuni problemi anche se sempre reversibili.

 

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